Recensione "Le assaggiatrici" di Rosella Postorino


"Entrammo una alla volta. Dopo ore di attesa, in piedi nel corridoio, avevamo bisogno di sederci. La stanza era grande, le pareti bianche. Al centro, un lungo tavolo di legno su cui avevano apparecchiato per noi…Da anni avevamo fame e paura. E quando il profumo delle portate fu sotto il nostro naso, il battito cardiaco picchiò sulle tempie, la bocca si riempì di saliva…."
Durante il periodo nazista, dieci donne  di Gross-Partsch,  un villaggio  tedesco nelle vicinanze del quartier generale di Hitler, vengono chiamate dal Reich  per svolgere un incarico piuttosto inconsueto e assai delicato. Sono state assunte per mangiare. Abbondanti colazioni, succulenti pranzi e cene sembrano essere per loro,  abituate dalla guerra alla fame e alle privazioni, quasi una manna dal cielo.
Queste donne sono le  assaggiatrici di Hitler.  Ogni giorno consumano i pasti con l’angoscia che quel boccone che stanno ingoiando possa essere l’ultimo, ma lo fanno ugualmente perché costrette, non certamente perché il loro gesto possa essere considerato un atto di incondizionata dedizione  nei confronti del loro sanguinario dittatore. Rosa Sauer è la protagonista del romanzo, segretaria berlinese  sposata con Gregor, partito per la campagna di Russia e del quale non si hanno da tempo più notizie.
Rosa  è una donna bella, elegante e di buona cultura. E’ospite dei suoceri quando riceve l’ordine di recarsi nella caserma di Krausendorf per diventare una delle assaggiatrici del Führer. Il lavoro in breve tempo porterà Rosa a conoscere meglio le altre e ad  intessere con alcune di loro relazioni umane oltre ogni aspettativa. Rosa però non rivelerà mai a nessuna delle compagne la sua storia con il tenente Ziegler, uomo violento e temutissimo che comanda la caserma in cui le assaggiatrici svolgono il loro lavoro. Una relazione clandestina che deve rimanere tale  non solo per rispetto del marito disperso, ma fondamentalmente perché la protagonista, afflitta dai sensi di colpa per ver intrapreso un rapporto con un uomo che di umano ha ben poco,  è consapevole di aver violato qualunque limite etico e morale.
"Entrai nel fienile, mi seguì. Non vedevo Ziegler, lo sentivo respirare…. Scoordinati, ciechi, guidati dall’olfatto, inciampammo l’uno nel corpo dell’altra come se misurassimo per la prima volta il nostro…. Gli occhi si erano ormai abituati all’oscurità quando mi pregò di cantare per lui. Furono le prime parole che mi rivolse…"
 Il legame con Ziegler apparentemente soltanto fisico, oltrepasserà invece la semplice corporeità. E certamente nessun lettore leggendo le pagine in cui Rosa descrive gli incontri con il suo amante, potrà rimanere indifferente di fronte al bisogno di vita che lega i due personaggi, prigionieri di eventi che condizioneranno le loro esistenze.
"Uscivo ogni notte per fare l’amore con lui. … C’era in quel gesto di uscire che chiunque ignorava, una ribellione. Nella solitudine del mio segreto sentivo una libertà integrale: sotratta ad ogni controllo sulla mia stessa vita, mi abbandonavo all’arbitrarietà degli eventi…"
Rosella Postorino, attraverso la sua splendida prosa, scruta l’animo umano con una delicatezza ed una straordinaria capacità di analisi.  IL viaggio interiore di Rosa Sauer, che ripercorre con sofferenza le tappe della sua vita,  interroga il lettore sulla possibilità che  anche di fronte alle tragedie più grandi dell’esistenza  come quella del Nazismo , si possa sopravvivere.
“Le assaggiatrici” è un romanzo che rimane dentro, non soltanto per la storia in sé che richiama una vicenda realmente accaduta, quanto per la bellezza dello sguardo introspettivo , lucido e realistico  che pone al lettore una riflessione fondamentale sul senso della vita, incastrata tra la ragione e l’istinto.
Splendido.

Raffaella Imbrìaco




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