Recensione - "La morale del centrino" di Alberto Milazzo



Cosa vuol dire essere figlio di una mamma siciliana? A questo interrogativo risponde con una buona dose di ironia ma anche di realismo, Alberto Milazzo, autore della “Morale del centrino“. Il suo libro e’ assolutamente consigliato non solo perché possiede una prosa scorrevole e intelligente, ma anche perché riesce a trattare con leggerezza uno dei rapporti più complessi delle relazioni umane, quello tra madre e figlio, spingendosi addirittura formulare una teoria che ha un valore quasi scientifico. Tutta la storia ruota intorno al centrino che non è esclusivamente un orpello decorativo-ornamentale prodotto dalle mani virtuose di chi pratica l’arte dell’uncinetto, ma ha una valenza e una funzione ben più ampia, direi addirittura sociale. 
"Il centrino democratizza, ingentilisce e smussa gli spigoli, appiana le differenze. Dietro un centrino di buone maniere, si mimetizzano vite mediocri ma rispettabili." 
La mamma sicula alla quale la narrazione si ispira e’ produttrice instancabile di centrini di ogni foggia e dimensione e possiede alcune caratteristiche pregnanti che la rendono unica nel suo genere. La progenitrice palermitana descritta da Milazzo, ovvero la protagonista del libro , è la signora Manon, cosiddetta perché questo nome rievoca un personaggio romantico e dalla vita assai sofferta. La Manon palermitana è amorevole, apprensiva fino all’inverosimile, molto attenta alle convenzioni e al rispetto di uno status sociale improntato al perbenismo. E’ votata al sacrificio e all’infelicità perenne e non concepisce per i propri figli un destino diverso dal suo. Una delle capacità pregevoli dell’autore di questa bella storia sta nell’essere riuscito a mettere in luce aspetti della sua palermitanità, nell’averli sapientemente ed opportunamente inseriti nel racconto con l’utilizzo del gergo dialettale facendo conoscere così luoghi cittadini, tradizioni culinarie, usanze della sua splendida città. Manon è stata delusa dai suoi figli specialmente da “quello di Milano”, non solo perché quest’ultimo ha lasciato Palermo per trasferirsi nella fredda città Ambrosiana sia pur per motivi di lavoro, ma anche e soprattutto perché non ammette il suo orientamento sessuale. Tra sensi di colpa, situazioni comiche e finale a sorpresa, il lettore sarà catapultato in una vicenda di vita familiare che a tratti intristisce, a tratti fa sorridere ma che alla fine farà concordare tutti su uno stesso universale principio: la mamma è sempre la mamma…




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