Recensione “Nessuno si salva da solo” di  Margaret Mazzantini

Delia e Gaetano, 35 anni, si ritrovano l’uno di fronte all’altra, strizzati in una piccola trattoria in cui non si sentono a loro agio, in un confronto che li porta a spolverare gli scheletri della loro passata vita insieme. Essi cercano una liberazione, qualcosa che spieghi loro dove hanno sbagliato e che dia loro finalmente la pace tanto desiderata, in modo da permettere una vita felice anche ai piccoli Cosmo e Nico, che di tutta questa storia sono solo due vittime innocenti.
Due anime così diverse e discordanti, colpevoli solo di aver tentato di innamorarsi per poi rovinare tutto: Delia calma e calcolatrice, alla continua ricerca di conferme che lei sia migliore di altri, più intelligente della media comune, così fredda e lontana eppure così bisognosa di amore e affetto.
Delia gli era sembrata un faro, un gigante. Gli piacevano le ragazze con le gonne gualcite, scarpe da ginnastica e strani cappelli, di quelle sempre con un libro sotto il braccio. Delia era esattamente così. Una creatura all’avanguardia, intrisa di dolori contemporanei, ma con un cuore calmo da qualche parte sotto i suoi pullover larghi. Un cuore remoto, fermo eppure sempre scosso dai movimenti del mare, come un’ancora.
Gaetano invece è un bimbo sperduto, vorrebbe solo liberarsi per una volta di quella pesantezza che lo opprime, liberarsi dal vuoto lasciato da Delia e tornare alla sua frenetica vita di sceneggiatore.
A lui la normalità faceva piuttosto schifo, adorava gli horror di serie B, i fantasy psichedelici, voleva correre, sbrigarsi, mentre lei attendeva non so quale eternità, di storie senza trama e sensazioni che si diffondono.
Si alternano flashback di ricordi felici, di risate e di amori giovani e spensierati, e momenti che invece sarebbe meglio rimuovere; gli errori sono stati commessi da entrambi, ci sono e non possono essere cancellati ormai, ma forse è ancora possibile perdonare, superare tutto e andare avanti per un nuovo inizio svincolato da colpe e rimorsi.
Credo che il compito di uno scrittore sia proprio quello di entrare nel profondo di una persona, esplorare tutte le sfumature dell’animo umano, eppure non tutti riescono nell’impresa come la Mazzantini: la sua scrittura così esatta e cruda riesce perfettamente nel suo intento, quello di mostrare l’autobiografia della nostra generazione, la quale vive costantemente nell’ignoranza di cosa sia l’amore e cosa il disamore. Maestra nel narrare i sentimenti, apre in questo breve romanzo una piccola finestra che si affaccia sulla vita di tutti i giorni, nel tentativo costante dei due ex coniugi di ricostruire passo dopo passo la loro storia e finalmente dirsi addio, aiutandosi a vicenda perché, si sa, nessuno si salva da solo.
  Valeria Todaro


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