Book review - Piombo. Parte I - Samira

Buonasera lettori, oggi vi propongo un libro che ho amato sin dalle prime righe. Si tratta di “Piombo. Parte I - Samira”, scritto da Hypatia Underwood, una talentuosa scrittrice emergente. La trama, pur nella sua semplicità, è articolata in un modo che non ci si aspetta e tutto ciò che sembra scontato in realtà non lo è. Il lettore non sa mai cosa accadrà e, anche quando sembra aver unito tutti i tasselli del puzzle, si ritrova spiazzato dal cambio di rotta della situazione.
Airi è una giovane psicologa specializzata nella cura dei reduci di guerra affetti da PTSD (disturbo post traumatico da stress). Sono però passati tre anni dall’ultima volta che ha esercitato la sua professione, a causa di un evento che ha segnato per sempre la sua vita. Sarà in seguito alla chiamata del suo migliore amico (nonché capo), Matthew, che tornerà a lavoro assumendo il caso del tanto misterioso quanto irriverente Maggiore Hiromi Takeda.
Hiromi è appena tornato da una missione in Iraq dove ha affrontato più eventi traumatici di quanto una persona possa sopportare, sopravvivendo ad un attentato che ha però rivoluzionato la sua esistenza.
Ma il problema che sorge fin da subito è che il Maggiore non ha minimamente intenzione di  parlare con Airi della sua malattia e, anzi, cerca di tenere la dottoressa il più lontano possibile dalla sua vita. Tuttavia appare chiaro sin da subito che Airi non ha intenzione di arrendersi e persiste nel tentativo di aiutare Hiromi. Inizierà così a crearsi tra loro un rapporto di amicizia che aiuterà entrambi i personaggi a conoscersi, capirsi e accettarsi, oltre che ad affrontare le proprie paure e i propri tormenti interiori.  
Come ho già detto, è un romanzo dai mille colpi di scena che, a mio parere, paragona la guerra alla lotta interiore dei due protagonisti aiutando così il lettore a capire fino in fondo le loro personalità. Ho inoltre amato il modo in cui l’autrice ha impostato e sviluppato la storia, sovrapponendo al presente veri e propri ritorni al passato anche con l’aiuto di flashback, poiché, così facendo, oltre a catturare l’attenzione e la curiosità del lettore, fa capire cosa spinge i protagonisti ad assumere determinati atteggiamenti. Inoltre Hypatia è stata molto abile nel far scoprire a poco a poco il carattere dei personaggi che, di pagina in pagina, prendono il lettore per mano e lo accompagnano nel loro mondo.
Airi, ad esempio, è una ragazza determinata, dolce e interessata seriamente a risolvere i problemi dei suoi pazienti, che dedica anima e corpo nell’aiutare Hiromi. A parer mio è il personaggio che affronta il percorso di crescita più lungo e difficile, che dovrà accettarsi non solo per chi è in realtà ma anche per come la vedono le persone che la circondano.
Hiromi, invece, è tutto l’opposto di Airi. O almeno è quello che l’autrice vuole farci credere all’inizio della storia. Già, perché anche se irriverente, sfacciato e rompiscatole, si affeziona subito ad Airi e instaura con lei un rapporto che forse non ha mai avuto con nessun altro.
Lo stile del romanzo è semplice e diretto, coinvolge il lettore e non risulta mai noioso o pesante nonostante tratti un tema forte come la guerra.
Che dire, come avrete capito ho amato ogni singola pagina e ogni singolo evento narrato nel romanzo e, come accade solo con i libri che meritano davvero, appena finito di leggere l’ultima riga dell’ultimo capitolo ho sentito realmente la mancanza dei personaggi. Perciò sento il bisogno di fare una richiesta a Hypatia: ti prego, scrivi la seconda parte al più presto perché ho bisogno di sapere cosa succede!


EDITORE: self-publishing
ANNO EDIZIONE: 2017
PAGINE: 492 p., brossura



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