Recensione "Ho chiesto rifugio al mondo", di Anna Faiola

Anna Faiola, l’autrice del libro che vi consigliamo oggi, è una nostra affezionata lettrice che segue con piacere la pagina ormai da parecchi mesi. Dal canto nostro, anche noi abbiamo apprezzato sin dall’inizio il suo profilo Instagram, spiraglio dal quale abbiamo intravisto una persona positiva e colorata (se il suo nickname è “colorful spirit” un motivo ci sarà). Quando ci ha proposto di recensire il suo libro non abbiamo esitato un attimo ad accettare e leggendolo abbiamo avuto la conferma del fatto che, oltre ad essere una talentuosa autrice emergente, Anna è davvero una persona profonda con valori ed ideali ammirevoli.

“Ho chiesto rifugio al mondo” è la storia di Asia, giovane donna insoddisfatta della propria vita e del proprio lavoro. Questa insoddisfazione non equivale a mancanza di gratitudine (lei stessa riconosce che un posto fisso nell’Italia contemporanea è una fortuna per cui molti pagherebbero). Quella di Asia è l’insoddisfazione di chi, ancora troppo giovane e innamorata della vita per lasciarsi soffocare tra quattro mura da un lavoro che non la soddisfa, decide di svestirsi di panni che non le appartengono e abbandonare ogni certezza per esplorare un nuovo mondo, l’India, e di inseguire la sua vera vocazione, la fotografia.

Quasi come se fossi una Madame Bovary del ventunesimo secolo, quasi odiando questa mia ingratitudine, provavo un senso di insoddisfazione quasi opprimente. Sapevo di non essere nata per ciò cui tutti pensano di essere destinati, di non essere quel qualcuno che volevo essere, ma solamente un punto, uno di quei punti che Seurat utilizzava per i suoi dipinti, un punto tra i punti, uguale a tutti gli altri, nato da un pennello e gettato sulla tela con forza, senza la possibilità di essere una linea, o una macchia, o il dipinto stesso.

Tuttavia Asia scoprirà che la realtà indiana è molto diversa da quella in cui ha sempre vissuto: povertà e miseria dilagano ovunque, la classe politica è fortemente corrotta e le donne subiscono continue angherie e prevaricazioni, violenze fisiche e psicologiche. Ad accompagnarla e confortarla in questa esperienza ci sarà Kajri, giovane dottoressa indiana con quale Asia instaurerà sin dall’inizio un legame unico e indissolubile…

La lettura è scorrevole, le descrizioni frequenti e particolareggiate. Ma ciò che maggiormente abbiamo apprezzato di questo romanzo è stata l’alta concentrazione di tematiche sociali, attuali e delicatissime, trattate tutte dall’autrice con la massima sensibilità. Il libro tratta infatti di omosessualità e condizione femminile in Oriente, violenza di genere e di immigrazione, argomento a proposito del quale vi riportiamo un passo a nostro avviso bellissimo e particolarmente adeguato al triste momento storico che il nostro Paese sta vivendo.

Si parla di ruspe, di espatri, ma nessuno ha voglia di conoscere la verità, di ascoltare e saper distinguere tra colpevoli e innocenti. Si parla di esseri umani come fossero etichette: italiani, musulmani, cristiani, rumeni, veneti, napoletani. Si parla d’immigrazione incontrollabile senza parlare di mal gestione, disorganizzazione, accordi, fondi, senza fare riferimento al loro reale utilizzo. Si parla d’integrazione eludendo su educazione e condivisione. Si discute animatamente e arbitrariamente di legami di sangue o legami di territorio, di ius soli e ius sanguinis, senza tener conto che sangue e suolo, sono solo, appunto, sangue e suolo, caratteristiche universali non destinabili a essere meri parametri di definizione di un essere umano. Nelle vene il sangue scorre per tutti allo stesso modo, e sul suolo, si cammina tutti su due piedi.

“Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze” recita la frase stampata sul segnalibro che abbiamo trovato dentro il libro consegnatoci da Anna. E forse il suo messaggio sta tutto qui: ascoltiamoci a vicenda, comprendiamoci, aiutiamoci, tendiamo la mano ad ogni essere umano che cerca la nostra, qualunque siano la sua nazionalità, la sua provenienza, il suo orientamento sessuale e il colore della sua pelle.




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