Recensione - "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood
«Rachele, vedendo che non le era concesso di procreare figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli, se no io muoio!». Giacobbe s'irritò contro Rachele e disse: «Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del grembo?». Allora essa rispose: «Ecco la mia serva Bila: unisciti a lei, così che partorisca sulle mie ginocchia e abbia anch'io una mia prole per mezzo di lei». Così essa gli diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si unì a lei.»
Buonasera cari lettori, oggi vi consigliamo un romanzo forte, diretto, senza peli sulla lingua, che potrebbe apparire distopico ma che, in fondo, distopico non è. Il titolo in questione è “Il racconto dell’Ancella” di Margaret Atwood.
Neo repubblica di Galaad, fine del ventesimo secolo. In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche e dall’inquinamento chimico e radioattivo, a seguito di un sanguinoso colpo di Stato, gli Stati Uniti sono diventati un regime totalitario teocratico basato sugli insegnamenti dell’Antico Testamento. Tutte le altre religioni sono vietate, le donne non hanno più alcun diritto né alcuna dignità, chi non rispetta le regole viene punito, mandato a morire nelle Colonie o, peggio, ucciso in pubblica piazza durante la cerimonia denominata Rigenerazione. Al vertice della piramide sociale di Galaad ci sono i Comandanti, capi della Repubblica e depositari del potere. Seguendo il precetto biblico della Genesi secondo cui i mariti, qualora avessero avuto mogli sterili, potevano copulare con le proprie serve per generare figli, i Comandanti si dotano di Ancelle, donne fertili il cui unico scopo è quello di procreare. Difred, protagonista e voce narrante, è un’Ancella: durante tutto il romanzo ripercorriamo con lei la sua vita precedente, fino al giorno in cui ha perso tutto e si è trovata costretta ad assumere, contro la propria volontà, questo ruolo: aveva un lavoro, conviveva con Luke, un uomo divorziato dal quale aveva avuto una figlia. Non conosceremo mai il suo vero nome, non ritiene che sia necessario. Ma grazie alle sue parole, veniamo a conoscenza dell’esistenza delle altre categorie sociali nate con la creazione del nuovo regime: le Marte, ovvero le serve; gli Occhi, membri dei servizi segreti; i Custodi, equivalente maschile delle Marte, a cui i rapporti con le donne sono vietati; gli Angeli, i militari; le Mogli dei Comandanti; le Zie, guardiane del rigore morale delle donne, che hanno il compito di istruire e formare le Ancelle; le Economogli, sposate a uomini di basso ceto sociale; le Nondonne, ossia coloro che non possono procreare perché sterili; e, infine, le prostitute, la cui esistenza non è ufficialmente permessa. Durante la permanenza di Difred nella casa del Comandante Fred, l’Ancella è costretta ad annullarsi completamente per assecondare le volontà di quest’ultimo, per paura delle possibili ripercussioni. L’unica forma di libertà è per lei costituita dal rapporto che si viene ad instaurare con Nick, il Custode del Comandante, e dal pensiero di unirsi ad un movimento clandestino di resistenza, il Mayday. Ma sarà così impavida da farlo realmente?
Scritto nel 1985, questo romanzo esplosivo ha riscontrato un forte apprezzamento dopo l’uscita dell’omonima serie televisiva (“The handmade’s tale”) che lo ha reso noto al grande pubblico, fino a renderlo un vero e proprio caso letterario. La scrittrice non ha voluto inserire nel romanzo invenzioni fantasiose o eventi irreali, limitandosi a concatenare tra di loro fatti già avvenuti e comportamenti umani già messi in pratica in altre epoche o paesi, prendendo ispirazione anche da diversi libri, tra cui “1984” di George Orwell. Con una scrittura incalzante e un ritmo serrato, la Atwood riesce a incatenare il lettore alle pagine e a farlo empatizzare con la protagonista, una donna forte ma ormai piegata alla volontà di un regime totalitario che annulla tutta la sua personalità, fino a renderla un burattino.
Un romanzo di denuncia sociale, che mette in guardia dagli accadimenti che ci riguardano più o meno da vicino: la condizione della donna, i diritti dell’uomo e il potere che hanno, o che vanno via via acquisendo, le minoranze capeggiate da fanatici: infatti, nel romanzo, il potere è stato acquisito da una minoranza di fanatici religiosi. Soprattutto, è una denuncia che ci porta a riflettere sulla nostra società; si, perché le libertà e i diritti che alla donna vengono negati in questo romanzo sono le stesse libertà e gli stessi diritti che movimenti e partiti fortemente religiosi cercano in tutti i modi di toglierci in questo nostro periodo storico. Sono gli stessi movimenti e gli stessi partiti che sostengono che la donna deve rimanere a casa, procreare e badare ai bambini. Non serve che sia istruita, basta che adempia allo scopo per cui è stata creata: mettere al mondo figli. Basti vedere la campagna sulla fertilità con la quale ci hanno bombardato non molto tempo fa, quasi a dire (o forse sarebbe più corretto senza il “quasi”) che la donna è soltanto uno strumento che serve agli uomini per procreare. Solo su una cosa discordiamo con altre recensioni che abbiamo letto in giro per il web: si è parlato di stupro, relativamente alla cerimonia durante la quale il Comandante giace con l’Ancella. È inesatto parlare di stupro, perché le Ancelle hanno deciso di sottostare a tutto ciò per non incorrere in punizioni o nella pena di morte. Infatti, in un passo del romanzo, si legge: “Non dico fare l’amore, perché non è ciò che sta facendo. Anche copulare non è l’espressione esatta, perché indica la partecipazione di due persone mentre qui solamente uno di noi è coinvolto. Neanche parlare di stupro sarebbe giusto, perché non sta succedendo nulla che io non abbia sottoscritto. Non è che ci fosse molto da scegliere, ma qualcosa sì, e io ho scelto.”
Detto ciò, come avrete capito, vi consigliamo di leggerlo assolutamente!
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