Recensione - "Sì" di Viviana Rivero

Buonasera cari lettori, oggi vi consigliamo un romanzo delicato ma che racchiude tutta la forza che una donna può avere. Il titolo in questione è “Sí” di Viviana Rivero, edito da Giunti Editore.
Parigi, anni ‘20. Melisa, figlia del sarto più rinomato della città, nonostante la tenera età ha già chiara la sua passione: cantare e ballare in teatro sulle note del tango. L’amore per queste discipline glielo ha trasmesso Amina, sua madre, donna marocchina che per amore del marito ha deciso di vivere secondo le usanze europee pur conservando alcuni rituali della sua patria: cantare e ballare per il proprio marito, e bere tè e infusi dopo aver fatto un hammam (pratica di bellezza delle donne marocchine), solo lei e Melisa. 
È invece grazie al lavoro di Manuel, suo padre, che Melisa conosce da vicino il mondo dello spettacolo: aiutandolo in sartoria, inizia a consegnare personalmente i vestiti alla compagnia di Madame Rasimi, la quale puntualmente la invita ad assistere alle prove degli spettacoli. È così che Melisa entra a far parte della compagnia, decidendo di partire per Buenos Aires pur di inseguire il suo sogno. Ma anche quando arriverà il successo, un anno dopo, non dimenticherà mai gli occhi azzurri di Nikolai...
Un romanzo pieno di forza e passione, di ostacoli e insicurezze, che ci accompagna nelle atmosfere magiche di Parigi, Tangeri e Buenos Aires negli anni ‘20. Attraverso la sua scrittura elegante e scorrevole, la Rivero ci fa capire come la nostra vita sia in mano al destino, oltre che alle scelte che prendiamo quotidianamente, ma che l’amore dei nostri cari può comunque aiutarci ad essere felici. 
Nonostante si tratti di un bel romanzo, che nel complesso ci è piaciuto, non possiamo fare a meno di parlarvi degli aspetti che non ci hanno convinte: innanzitutto la lunghezza. Andando avanti nella lettura, infatti, ci siamo rese conto che l’autrice si è dilungata un po’ troppo cercando di allungare il brodo, quando a nostro avviso sarebbe risultato comunqueun bel libro anche con parecchie pagine in meno. 
Un altro aspetto è il cambio di narratore: se per più della metà del racconto il narratore era onnisciente ma si limitava a raccontare i fatti senza mai anticipare nulla del futuro, nella seconda parte del romanzo inizia a fare l’opposto, anticipando eventi che sarebbero avvenuti diverso tempo dopo rispetto al punto in cui si trovava il lettore. A nostro avviso ciò ha disturbato la scorrevolezza della narrazione rendendo il racconto più pesante. E, infine, l’autrice ha deciso di inserire negli ultimi capitoli un personaggio pressoché inutile al fine della narrazione, del quale si sarebbe potuto tranquillamente fare a meno. 
Detto ciò ci teniamo a ribadire che comunque il romanzo nel complesso ci è piaciuto e che lo rileggeremmo volentieri. 
Grazie di cuore alla Casa Editrice Giunti per averci omaggiate di questa copia



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