Blogtour "Palazzamore" di Barbara Villa

Il libro “Palazzamore” è una raccolta di racconti in cui sono narrate le vicende di vari personaggi che vivono all’interno di un movimentato condominio milanese. Nel corso di quest’intervista ci soffermeremo in particolare sulla storia di una coppia che abita al secondo piano: Nicky e Nathan. I due sono innamoratissimi e cercano di realizzare il desiderio di avere un figlio, ma sulla strada incontrano numerose difficoltà…

1. Nicky cosa hai provato al pensiero di non riuscire a diventare mamma? Ti sei sentita incompleta come donna?
Il giorno che quella dottoressa, senza troppi giri di parole, mi ha detto: “signora, lei non avrà mai un figlio, non in modo naturale”, sono morta un po’. Era il sogno di sempre, il più grande. Mi sono sentita spezzata, inutile, sbagliata, difettosa. Sbagliando, ovviamente. Perché siamo Donne a tutti gli effetti e non siamo difettose. Anzi. Siamo già mamme nel cuore. Siamo mamme senza figli.
2. Tu cosa hai provato, invece, Nathan?
Nicky era diventata l’ombra della mia Nicky e io mi sentivo uno schifo. Ero perennemente incazzato: con me stesso, con il mondo e anche con Dio. Anche perché pensavamo ai figli già dalle prime volte che stavamo insieme. Li disegnavamo nei nostri pensieri e in una scatola mettevamo dei post-it colorati scrivendo caratteristiche fisiche e caratteriali di come li immaginavamo. E invece per anni siamo rimasti soli con il nostro dolore.
3. Una mancata gravidanza spesso porta frustrazione e tensione all’interno di una coppia. Voi siete rimasti uniti nella speranza o la vostra relazione è stata messa a dura prova?
La nostra relazione è sempre stata forte. Abbiamo affrontato tante difficoltà e insieme abbiamo sempre superato tutto. Questa ci era sembrata un affronto, una maledizione. Qualcosa di profondamente ingiusto. Ma non ci siamo persi nemmeno questa volta. Ci siamo stretti un po' più forte.
4. Avete mai pensato di ricorrere a metodi alternativi, come l’adozione o la fecondazione assistita, qualora Nicky non fosse rimasta incinta?
Dopo il primo peridio di rabbia e smarrimento, abbiamo cominciato a vagliare altre possibilità. E ci siamo informati in una clinica all’estero per la fecondazione assistita. Ci siamo affidati ad un’associazione onlus per sentirci meno soli e per capire quale fosse la strada più giusta per noi. E abbiamo incontrato donne e uomini meravigliosi che ci hanno abbracciato e aiutato in questo percorso lungo, difficile e doloroso.
5. Nel corso di questa estenuante attesa, avete intrattenuto spesso delle conversazioni con il vostro ipotetico bambino: tu, Nicky, eri convinta che si sarebbe trattato di una femminuccia. Tu, invece, Nathan, credevi che sarebbe stato un maschietto. Cosa vi portava a crederlo? Dietro queste convinzioni, si celava la speranza che il bambino fosse del sesso da voi immaginato?
Sul sesso del bambino abbiamo sempre giocato molto. Era come se parlarne, scriverne, ce lo facesse sentire sempre più vicino. E la verità è che ne volevamo più di uno. Sognavamo la famiglia numerosa. Numerosa, rumorosa e felice.
6. Ci ha colpite molto il modo in cui parlate della vostra fase d’innamoramento…c’è un aneddoto carino di quel periodo che ci vorreste raccontare?
Dovete sapere che io e Nathan ci siamo conosciuti su internet, su un blog nerazzurro. Io usavo l’immagine di Penelope Cruz e da sempre lo sfotto dicendo che secondo me si è avvicinato per quel motivo. Io sostengo che, ai tempi, l’unico Cruz che poteva conoscere lui era il calciatore. Ovviamente nega sentitamente. Comunque si ride sempre su questa cosa.
7. Dal racconto abbiamo, per l'appunto, appreso che siete due tifosi sfegatati dell’Inter. Come è nata questa passione?
Non c’è una data precisa, né un perché. Credo solamente che nelle nostre vene scorra sangue nerazzurro. Siamo nati così. [Rido]
8. Ad un tratto, finalmente, si riaccende la speranza: nel ventre di Nicky sta crescendo la piccola Sara Julia. Come avete accolto la notizia del suo arrivo? Perché avete scelto per lei questo nome?
Abbiamo pianto. Un pianto lungo e liberatorio. Poi io sono stata ore al telefono con mia madre, mentre Nathan si è bevuto una birra ghiacciata sorridendo. Il nome è nato casualmente. Ci piacevano entrambi i nomi e io ho pensato di unirli perché SaraJulia è un suono dolcissimo.
9. State per coronare il vostro sogno di diventare genitori. Ma se non ci foste riusciti, come avreste reagito a questa grande delusione?
Sarebbe stata una delusione grandissima, enorme, un peso insopportabile da sostenere, ma saremmo andati avanti come abbiamo sempre fatto. Ci saremmo sentiti certamente molto più vuoti. E qualche volta avremmo pianto un po'.
10. Nell’epilogo tutti voi condomini siete riuniti per festeggiare insieme il Capodanno. Che augurio vi hanno rivolto non appena hanno appreso la lieta notizia? C’è invece un messaggio che vorreste rivolgere a chi, come voi, sogna di diventare genitore e incontra delle difficoltà?
La notte di Capodanno tutti sono stati carinissimi. Ci hanno riempito di carezze e consigli e ci hanno augurato solo tantissimo amore. A chi è nella nostra situazione vorrei dire di non mollare mai, di provare ogni strada percorribile e, se non va, di non credere mai e dico mai di essere sbagliati.

Commenti

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