Recensione “Abbiamo sempre vissuto nel castello” di Shirley Jackson

 “Abbiamo sempre vissuto nel castello” di Shirley Jackson, è un libro che volevamo leggere da tempo.

Pubblicato per la prima volta nel 1962, racconta la storia di due sorelle, Mary Katherine e Constance Blackwood. Da quando l’intera famiglia è morta in circostanze misteriose, le due vivono recluse nella grande dimora, prendendosi cura dell’anziano zio Julian e facendo affidamento esclusivamente l’una sull’altra. Solo Mary Katherine esce di tanto in tanto per fare provviste e rincasa stando bene attenta a chiudersi alle spalle il lucchetto della proprietà. La casa, dunque, da rifugio si trasforma in prigione, in luogo asfittico dove agli oggetti impolverati non viene mai cambiata disposizione in nome di un passato che è bene non rievocare. Ma quando un evento romperà il fragile equilibrio delle sorelle Blackwood, il presente comincerà a sgretolarsi inesorabilmente.

Abbiamo letto tanti pareri discordanti sul libro. Probabilmente il principale errore in cui si incappa approcciandosi alla Jackson - e ammettiamo di averlo commesso anche noi per una parte del romanzo - è di aspettarsi un horror, un’opera scritta ai nostri giorni e non nel secolo scorso. Con la conseguenza che si attendono, per tutta la narrazione, eventi eclatanti che non si verificano mai.
Ma l’atmosfera angosciante, opprimente e torbida che permea l’intero romanzo Shirley Jackson la trasmette eccome. Ed è probabilmente ciò che un buon romanzo gotico dovrebbe fare.

Qualora decidiate di leggerla, vi consigliamo di approcciarvi alla storia senza pregiudizi, senza aspettative o condizionamenti, per poter giudicare voi stessi cosa si cela tra le sue pagine ❤️

#quotd Lo avete letto? Che ne pensate? 🥰





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