Recensione "Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera" di Roberto Venturini


“Tutte le ragazze che a me piacciono hanno appeso in camera almeno un dipinto di Schiele. Dicono che la rappresentazione della decomposizione fisica e morale dei soggetti ritratti sfocia in un’angosciante tensione verso l’emozionante putrefazione delle carni. A me però piacciono le carni delle donne ritratte da Schiele. Allora sono perverso. Però le ragazze che hanno una certa cultura non sono perverse. Loro non hanno erezioni alla vista delle carni livide e deformi.” 
Buonasera cari lettori, oggi vi consigliamo un libro divertentissimo e dissacrante dal quale emerge una elevata cultura artistica e letteraria dell’autore. Il romanzo in questione è (preparatevi perché il titolo è lunghissimo 😂): “Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera”, di @robertoboboventurini edito dalla Casa Editrice SEM.
Luca, 31 anni, è assistente universitario e aspirante scrittore di romanzi pulp. Nell’attesa di vedere le proprie opere pubblicate lavora, senza essere retribuito, come correttore di bozze per alcune Case Editrici presenti sul territorio romano. Luca crede nell’amore, ma non è mai stato molto fortunato in questo ambito...fin quando non incontra Silvia, una biondina sfacciata e cinica con la quale consuma un rapporto sessuale nel sudicio bagno di una galleria d’arte subito dopo averla conosciuta.

“Spalancata la porta della toilette, vedo una ragazza china sul lavandino che acchitta una striscia di coca. Con la più totale naturalezza entro nel cesso per urinare. Sento la ragazza tirare forte con il naso e provo un leggero disagio a uscire. Aperta la porta a soffietto i nostri occhi s’incrociano. La ragazza è bellissima. Ha un caschetto biondo, porta una camicia sblusata, dei jeans neri aderenti e ballerine ai piedi. Non dice una parola. Mi sbatte come una furia a una parete del bagno e inizia a baciarmi il collo. Ci trasciniamo nel cesso e ci chiudiamo dentro.”

Alla fine dell’amplesso la ragazza si ricompone, gira i tacchi ed esce dal bagno. Finisce così il loro primo incontro, ma qualche giorno più tardi Luca se la ritrova davanti all’università durante un esame e, per vendicarsi della sua (apparente) indifferenza, le rifila un detestabile 29. Silvia si scaglia allora contro di lui, spintonandolo e colpendolo con forza, fino a terminare la colluttazione a suon di baci. Inizia così la loro storia d’amore.

“A Silvia piacevano i quadri di Schiele. Lei è una ragazza carina e intelligente. Non ha la televisione in casa, quindi non vede la tv spazzatura. Silvia visita i musei e, se proprio deve fare qualcosa a casa, o ci scopa o ci legge.”

Silvia e Luca sono due ragazzi innamorati e apparentemente normali, ma che scoprono di avere la stessa patologia: sono ciclotimici! Il loro è infatti un rapporto burrascoso e altalenante, caratterizzato da periodi pieni di passione e periodi costellati di litigi e incomprensioni. Questo perché “l’individuo ciclotimico soffre l’alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di insonnia, apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione. Tuttavia i sintomi non sono mai così gravi da compromettere gravemente la vita sociale e lavorativa dell’individuo. La ciclotimia è dunque una forma meno invalidante del disturbo bipolare.”

In questa altalena di amore e odio non possiamo dimenticarci di nominare il migliore amico, nonché confidente, di  Luca: Carlo. Che dire? Dopo Luca, Carlo è il personaggio più divertente del romanzo, sempre pronto a dare una mano, prendere in giro il suo amico e trascinarlo nelle più disparate gallerie d’arte romane.

“Carlo fa il grafico editoriale ed è il classico omosessuale colto e profondamente snob. Ci conoscemmo il primo anno di università. Lui si era trasferito da Venezia e l’impatto con la capitale fu, a detta sua, decisamente drammatico. Gli proposi di venire a stare nel mio appartamento e così iniziò una grande amicizia.” 
Abbiamo piacevolmente divorato questo romanzo nel giro di 24 ore, tra risate e riflessioni: perché è vero che Roberto è stato abilissimo nel creare un protagonista dissacrante e fuori da ogni convenzione sociale, ma è altrettanto vero che è riuscito a far permeare la sua conoscenza artistica, letteraria, cinematografica e musicale. Dobbiamo infatti ammettere che per cogliere alcuni riferimenti a film e/o canzoni, siamo dovute ricorrere all’aiuto di Google. Ma non per questo ci siamo scoraggiate. Anzi, è stato un modo per ampliare le nostre conoscenze.
Un romanzo scorrevole, che consigliamo di leggere perché ve ne innamorerete.
Ringraziamo la Casa Editrice SEM per averci inviato questa bellissima opera e per aver riposto in noi la sua fiducia.
E voi che aspettate? Andate subito a comprarlo!!!

“Ecco, se avessi avuto coraggio, l’avrei raggiunta e le avrei detto che per me era un discorso interrotto bruscamente, di quelli che ti viene voglia di riaprire, sia pure per chiuderlo definitivamente. Avrei voluto dirle tante cose ma non le dissi nulla.”



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