Intervista Pietro Tramonte


A pochi passi dal centro storico, nel cuore pulsante di Palermo, sorge una bellissima biblioteca a cielo aperto che conta oggi più di 70.000 titoli, un paradiso del lettore dove chiunque può acquistare, vendere o scambiare libri di tutti i tipi. Abbiamo intervistato il signor Pietro Tramonte, il suo ideatore, per capire come e quando sia nata questa splendida avventura. 
  
1.     Da quanto tempo gestisce questa attività?
Da circa cinque anni e mezzo. È nata sotto il segno dell’amore, il 14 febbraio 2013, proprio a San Valentino. Io non la chiamo “attività”, è un parolone. La chiamo “iniziativa”, perché ho la possibilità di condividere con altri il mio tempo, la mia esperienza e tutto è inserito nel contesto dei libri. Qui troverete solo materiale cartaceo e libri. Chiunque ha la possibilità di accedere alla lettura: se una persona non è mai venuta prima, può mettere like alla mia pagina Facebook e otterrà gratis un libro a sua scelta. E anche in occasione del compleanno e della laurea regalo loro un titolo.
  2.     Com’è iniziata questa avventura?
Cinque anni e mezzo fa sono andato in pensione. Dopo tre giorni in casa stavo scoppiando, non ce la facevo più. Allora ho avuto l’idea di mettere una biblioteca in strada. Non è stato semplice farlo, perché è una biblioteca atipica che comporta una serie di accorgimenti. Però il tutto è nato con la massima serenità, tranquillità, oserei dire nella naturalezza. Per cui piano piano, dai 5.000 volumi iniziali di mia proprietà, oggi si è arrivati a 70.000. Le persone vengono qui e trovano di tutto.
  3.     Questi volumi sono tutti suoi o riceve il contributo dei cittadini?
Come dicevo, i primi 5.000 volumi erano miei. Poi, nel tempo, ho comprato qualcosa a Piazza Marina, a Ballarò, oppure ogni tanto vengono persone a vendermi i loro libri e io li compro…Però nel contempo devo dire che molta altra gente viene a fare delle donazioni, sapendo che altre persone daranno vita a ciò che loro hanno lasciato. Quindi condividere la lettura e la cultura è il senso che ho voluto dare a questa biblioteca, che non è solo mia ma di tutti.
 4.     Nella sua biblioteca è possibile trovare titoli in varie lingue (inglese, tedesco, spagnolo, arabo…). Questa particolarità è dovuta al fatto che lei parla più di una lingua o è frutto di rapporti con lettori stranieri?
Questa particolarità è dovuta a vari fattori. Ad esempio, dei ragazzi olandesi che dovevano partire per Amsterdam hanno donato alla biblioteca i loro volumi, dal momento che non avevano la possibilità di riportarli con loro. E mi hanno regalato circa 200 libri in olandese. Poi una signora ha donato i libri del marito, che era sinologo (insegnante di cinese), dopo la sua scomparsa. Le ho promesso personalmente che avremmo avuto cura di ogni singolo volume.
 5.     Sappiamo che la sua biblioteca ha ottenuto importanti riconoscimenti…Vuole elencarcene qualcuno?
Con piacere. Una sera, verso le 17:45, è arrivato un taxi. Sono scesi tre individui, di cui uno teneva in mano un microfono, quello peloso, antifruscio. Mi hanno chiesto se potessero intervistarmi e per me è stato un onore immenso e inaspettato.
Inoltre, il giornale “la Repubblica” ha stilato una classifica delle biblioteche più particolari del mondo. Pensate che al secondo posto figura Baltimora. La mia è stata inserita nella top10, al n° 9.
 6.     Ha sempre lavorato con i libri o è un’iniziativa che ha intrapreso di recente?
Io ho sempre avuto libri in casa, perché mio padre era un insegnante elementare. Nella vita ho fatto il ragioniere, ma ho sempre avuto la voglia di leggere: ho iniziato da bambino con Topolino e non ho mai smesso.
 7.     Presso la sua libreria è possibile anche effettuare degli scambi?
Sì, qui si effettuano anche baratti: porti un libro e te ne prendi un altro. Tutto in assoluta serenità.
 8.     Le è mai capitato di sentirsi dire che grazie a lei e alla sua attività qualche cliente si è appassionato alla lettura? Cosa ha significato questo per lei?
Come vedete, io qui conservo un Guest Book, in cui ogni persona che passa a trovarmi lascia un pensierino. Un ragazzo di sedici anni nel 2014 ha scritto: “Questo posto è bellissimo. A me che odio leggere, qua è venuta voglia di farlo.” Tra centinaia di stime e pareri, questo per me è il più bello in assoluto.
 9.     Sappiamo che tra le sue varie abilità rientrano anche il talento e la passione per la composizione di poesie. Ha sempre avuto questa predisposizione o l’ha sviluppata nel tempo? Cosa la ispira solitamente? E dove compone i suoi versi?
Ho sempre avuto questa predisposizione verso la scrittura. Scrivere poesie è estrapolare la propria anima dal contesto sociale, dal contesto temporale. Traggo ispirazione da qualsiasi cosa: una frase, un volto, un accadimento. La poesia è vita. Tu respiri senza rendertene conto, giusto? E così, a volte, mi capita di avere una voglia immensa di scrivere poesie. Può succedere a qualsiasi ora del giorno e della notte, in qualunque spazio. A volte fermo la macchina in autostrada per scrivere (voi ragazzi non lo fate!). Perché la poesia non ha spazio né tempo, vive dappertutto. Ognuno di noi è una poesia.
 10.Scrive solo poesie o ha provato a cimentarsi anche nella prosa?
Sì, ho scritto dei raccontini per i miei figli. Ad esempio, ho scritto “Dindondina”, la campana di un piccolo villaggio che era timida e quando suonava era un po’ triste perché il suono delle altre campane era più vigoroso del suo.
 11. La sua biblioteca si trova a pochi passi dal centro storico di Palermo, una città notoriamente molto caotica. Ma non appena si arriva qui, si ha la sensazione di aver varcato (per dirla con le sue parole) le porte di un’altra dimensione…
Sì, qui è tutto magico. È una fonte di emozioni: si può trovare gente che piange, che ride, che si arrabbia. Ad esempio, un giorno ho notato un signore in lacrime che guardava un elenco telefonico e mi ha spiegato che si è commosso leggendo il nome del proprio nonno. Oppure, mi è capitato di parlare con un ragazzo arrabbiato con la propria ex, perché aveva trovato tra questi scaffali il libro con dedica che le aveva regalato nel corso della loro relazione.
 12. Lei dice spesso la frase “il prezzo lo fa il cliente”, cosa intende?
Esatto, io non vendo. Questo posto è molto lontano dalla logica del denaro: non c’è commercio, c’è solo la volontà di far sopravvivere questa biblioteca. A tal fine i cittadini donano un contributo a propria scelta. La gente mi chiede: “quanto ti devo?”, ed io rispondo: “non mi devi niente”. Molti ragazzi, se non hanno denaro con sé, si prendono i libri gratuitamente. 
13.Recentemente ci ha mostrato il Guest Book della sua biblioteca…quanto sono importanti per lei le poche righe che ogni cliente (affezionato o di passaggio) si sente di lasciare dopo averle fatto visita?
Per me sono fondamentali. Io chiedo loro di scrivere un pensiero nel proprio dialetto, da qualsiasi parte del mondo provengano, perché i dialetti si stanno perdendo e con essi l’essenza delle popolazioni. E molti, se ne sono capaci, lo fanno. È mia volontà che quando non ci sarò più questo libro venga donato all’Università di Palermo affinché gli studenti possano entrare in contatto con queste lingue.
 14. Dal momento che buona parte dei libri si trova in strada, come si attrezza per contrastare le intemperie?
La biblioteca, come potete notare, è circondata da palazzi che attenuano le intemperie come fossero le pareti di una caverna. È raro che i libri si bagnino. E poi io li copro per bene, “i picciriddi”.
 15. Le va di mandare un messaggio ai nostri amici appassionati di lettura?
Il messaggio è questo: voi siete e sarete liberi solo se leggerete. La lettura rende leggeri, quindi accostatevi ad essa con amore e sincerità.

Grazie per la sua disponibilità e per tutto ciò che fa per diffondere la cultura!

La biblioteca si trova in Piazza Monte S. Rosalia, n. 18.
Se vi trovate a Palermo e amate la lettura, andatelo a trovare perché ne vale davvero la pena! ❤






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